Si sono studiate, temute ed anche prese
in giro a vicenda: ma non da venti giorni, ovvero da quando sanno di
doversi disputare tra loro la massima competizione europea, bensì da due
anni a questa parte, da quando è partito un lungo duello che nessuno,
in Baviera o in Westfalia, avrebbe mai pensato potesse avere un epilogo del genere. Perché di epilogo si tratta, comunque vada a finire l’attesissima finale di Champions League in programma a Wembley
tra Bayern Monaco e Borussia Dortmund (arbitra Nicola Rizzoli): infatti
anche se il calcio del momento è quello tedesco, e da mesi ormai non si
fa che parlare del progetto di rinascita dei vivai avviato dopo il flop
all’Europeo del 2000, a partire dalle 22.40 circa di sabato sera nulla
sarà più come prima, per i vincitori come per gli sconfitti. Per il
Bayern un ciclo si chiuderà in ogni caso, quello di Jupp Heynckes,
prossimo, si dice, alla pensione: un ciclo epico in caso di vittoria,
mentre fallire un’altra volta, e sarebbe la terza negli ultimi quattro
anni, l’assalto alla Champions vorrebbe dire non solo salutare ancora il
triplete ma soprattutto apirire l’era-Guardiola con un
senso di incompiutezza destinato a farsi strada in particolare in
quella vecchia guardia, Ribery in testa, che potrebbe non avere la
quarta occasione.
In casa giallonera, invece, un successo
farebbe volare Jurgen Klopp nell’empireo dei tecnici europei, ma al
contempo avvierebbe l’inevitabile diaspora da un club
che avrà comprensibilmente toccato a quel punto la vetta più alta del
proprio processo di crescita, partito due anni fa dalle aule del
tribunale pre-fallimentare. Il peso del pronostico è tutto sulle spalle
dei bavaresi, forti di un collettivo superiore e di una maggior fisicità, particolare che ha inciso in maniera devastante contro il Barcellona. Più fluida, veloce ed imprevedibile la manovra del Borussia, soprattutto dalla trequarti in avanti, ma la differenza potrebbero farla i rispettivi reparti difensivi:
insuperabile o quasi quello del Bayern, particolarmente vulnerabile è
invece apparsa la terza linea giallonera, e non solo nei minuti
conclusivi della semifinale di ritorno contro il Real Madrid. Dalla
parte del Bayern gioca anche una superiore esperienza
in partite di questa portata, ma il Borussia potrebbe fare leva proprio
sulla spensieratezza, sul non obbligo di fare risultato. Di certo un
pensiero non troppo rilassato il Bayern lo farà pure ai precedenti:
perché se lo scorso anno il Borussia fece tre su tre, i quattro incroci
dell’attuale stagione hanno visto il Bayern vincere solo due volte,
mentre la doppia sfida in campionato è terminata pari. Klopp e la
dirigenza del Bayern non si amano, e fanno poco per nasconderlo. Per Beckenbauer e Rummenigge
una sconfitta sarebbe un’onta anche sul piano personale. Perché a quel
punto Guardiola dovrebbe cominciare ad allenare le teste, prima delle
gambe.
Precedenti. Quarta finale-derby nella storia della Champions, prima tutta inglese dopo il precedente spagnolo (2000, Real Madrid-Valencia a Parigi), italiano (2003, Juventus-Milan a Manchester) ed inglese (2008, Manchester United-Chelsea a Mosca). Due volte su tre è finita ai rigori,
quindi Neuer e Weidenfeller sono pregati di prepararsi… Scherzi a parte
la sfida si è già giocata a livello di Champions League: accadde il 4 e 18 aprile ’98,
quarti di finale, con il Borussia Campione in carica ed il Bayern che
non vinceva la Coppa addirittura dal 1974. Sulle due panchine Giovanni Trapattoni e Nevio Scala: ebbe la meglio quest’ultimo, 0-0 all’andata ed 1-0 firmato Stephan Chapuisat nei tempi supplementari del ritorno. I gialloneri si arresero poi al Real Madrid in semifinale. Il tecnico degli spagnoli? Jupp Heynckes, of course, che poi andò a trionfare nella finale di Amsterdam contro la Juventus.
Bayern Monaco. Nessuna certezza sul suo futuro, e poco spazio alle emozioni. Heynckes
si regala il classico, algido profilo teutonico alla vigilia di quella
che, in ogni caso, non è la partita più importante della carriera.
Parola dell’orgoglioso Jupp: “Ho già vinto una Champions League da
allenatore, e da calciatore ho già esultato per la conquista di un
Mondiale e di un Europeo. Si tratta sicuramente di una partita
importante ma non fondamentale, per uno come me”. A buon intenditor
poche parole, con dedica evidente al giovane Klopp che, lascia intuire
Heynckes, è alla prima vigilia davvero importante della carriera.
L’unica licenza che si concede Heynckes è quella sulla voglia di
riscattare la delusione di un anno fa, in casa contro il Chelsea: “I miei calciatori hanno voglia di riscattare quella delusione”. Ed a proposito, mister Jupp ritiene di avere un alleato molto importante con sé: “Gli dei del pallone sono in debito con noi dopo quanto successo lo scorso anno”. Ergo, il pronostico è scontato: “Alleno una squadra molto competitiva, ed ho sempre pensato di poter vincere la Coppa. Infatti penso proprio che ci riusciremo”. Con tanti saluti alla scaramanzia, accarezzata un po’ di più invece da Phil Lahm e Thomas Müller. Così ha parlato il capitano: “È
la nostra terza finale in quattro anni, siamo maturati molto in questi
anni e so che questa è una buona opportunità per vincere la Coppa cui
tutti ambiamo, abbiamo esperienza ed età giuste per farcela. Pressione?
Certo, la avvertiamo, ma il Bayern è sempre sotto pressione, lo dice la
sua storia. E poi sono ottimista per il futuro, penso che potremo
conquistare altre finali”. Queste invece le parole di Müller: “Sono giovane ma è già la mia terza finale, ma non mi sento nervoso come nelle precedenti occasioni. So cosa andiamo a giocarci”. Nessun dubbio sulla formazione: gli unici indisponibili sono Toni Kroos e Holger Badstuber,
cui i compagni hanno spedito una maglia personalizzata a New York, dove
si trova ricoverato dopo l’ennesima operazione al ginocchio. In campo
allora il 4-2-3-1 visto contro il Barcellona, con Robben a destra e Schweinsteiger-Martinez coppia centrale di centrocampo. In difesa Dante torna titolare al posto di Van Buyten.
Borussia Dortmund. Sono
trascorsi sedici anni dalla prima ed unica finale europea del Borussia,
ma da allora è cambiato tutto: il club ha sfiorato l’onta del fallimento,
salvandosi solo grazie ad una generosa amministrazione sportiva locale
(e pure ad un aiuto economico del Bayern…) ma anche grazie ad una saggia
politica economica che ha portato alla valorizzazione del proprio
vivaio e ad un accurato lavoro di scouting. Così sono arrivati giocatori
come Piszczek e Lewandowski, ambiti da mezza Europa. Non saranno i
campioni del Bayern e Klopp, arrivato in Westfalia solo tre anni fa, lo
sa, ma la sua fiducia alla vigilia della finalissima è alta. La ricetta è
pronta: ”Per vincere servirà la giusta dose di fortuna, ma anche
concentrazione e la giusta freddezza nei momenti chiave della partita.
In gare come queste ogni occasione può risultare determinante, ma noi
sappiamo che per sperare di farcela dobbiamo giocare al massimo”. Poi, ecco la metafora: “C’è chi ha scalato l’Everest ed è caduto a 10 metri dalla vetta: se capitasse anche a noi ci riproveremmo“. Poche parole per l’illustre assente Mario Gotze: ”Sapevamo che sarebbe stato molto difficile averlo a disposizione“.
Davvero curioso il gioco riservato dalla sorte al talentino giallonero,
fuori causa stiramento al bicipite femorale sinistro dalla sfida contro
il suo futuro. Due ipotesi per la sua sostituzione nel canonico
4-2-3-1: quella più probabile è anche quella più semplice, l’inserimento
di Grosskreutz a sinistra con spostamento di Reus al centro, ma resiste anche la possibilità dell’avanzamento di Gundogan con Sahin
centrale al fianco di Bender. Confermato il resto della formazione,
compreso Piszczek, che si opererà all’anca, ma solo a stagione finita.
Impossibile mancare l’appuntamento (unico?) con la storia.
Probabili formazioni. Bayern Monaco:
Neuer; Lahm, J. Boateng, Dante, Alaba; Javi Martinez, Schweinsteiger;
Robben, Müller, Ribery; Mandzukic. Indisponibili: Badstuber, Kroos.
Squalificati: nessuno. All.: J. Heynckes. Borussia Dortmund:
Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Gundogan, Bender;
Blaszczykowski, Reus, Grosskreutz; Lewandowski. Indisponibili: Gotze.
Squalificati: nessuno. All.: J. Klopp.