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sabato 4 maggio 2013

SEGUI LIVE IL TURNO N.40 DEL CAMPIONATO DI SERIE BWIN

CICLISMO : la caccia alla maglia rosa parte da NAPOLI...


Una lotta per due, tre, anzi sei... Il novantaseiesimo Giro d'Italia si annuncia avvicente, sfida tecnica, ma anche contrapposizione di personalità forti, riversate su un percorso complicato, come spesso accade più duro di quello del Tour de France. Il pronostico, sulla carta, si incanala sul duello Nibali-Wiggins: lo dice la logica, lo dice il podio della scorsa Grande Boucle, occupato per i due terzi dal baronetto e dal siciliano. Ma le soluzioni sono più ampie di quel che sembra. Ryder Hesjedal per esempio ci ha preso gusto. Il canadese lo scorso anno ha vinto senza un pronosticatore a favore: una manciata di battiti di ciglia su un eterno beffato (delle corse a tappe) come Purito Rodriguez lo hanno trasformato, anche psicologicamente: c'è sicurezza nelle sue dichiarazioni, non nasconde la voglia di riprovarci e lo stato di forma evidenziato alla Liegi (dove ha consegnato la vittoria al compagno di squadra Daniel Martin) è notevole.

Non si può escludere dai favoriti neanche uno come Cadel Evans, impossibile farlo con chi ha vinto il Tour due anni fa, anche se attualmente non sta facendo vvedere granchè. E come non tenere conto della grinta feroce di Michele Scarponi, uno capace di tenere testa, o almeno di provarci senza badare a tattiche difensive, ad un certo Alberto Contador nell'anno del Giro vinto dallo spagnolo e poi revocato per la pregressa vicenda doping, quella della bistecca contaminata per intenderci. Inoltre le possibili sorprese: il forfait di Ivan Basso, alle prese con un problema
fisico ma complessivamente in condizioni modeste, priva la corsa di un senatore, tecnicamente però un outsider. Ruolo che potrebbe essere preso da Robert Gesink, storia e soprattutto età diverse rispetto al varesino: l'olandese vuole uscire da quel perenne limbo che divide un corridore buono da uno forte, ma dovrà dimostrare completezza che vada al di la della qualità di scalatore.

Ma torniamo nella logica, quella del duello tra Wiggins e Nibali. Sir Bradley cercherà di riscrivere il libro dello scorso Tour: andare fortissimo a cronometro (cosa che a lui riesce naturale), difendersi in salita con la scorta dei suoi cavalieri del Team Sky. La presenza, tra gli altri, di gente come Henao, Uran, Cataldo, la dice lunga sulla forza della squadra. E non c'è neanche tra i piedi il 'rompiscatole' Froome, che al Tour non vedeva l'ora di mostrarsi più forte del capitano in salita, e che già rivendica il ruolo di leader verso Parigi. Sfida anche tra squadre quindi, ma Nibali ha argomenti validi. L'Astana, se non proprio allo stesso livello, si avvicina al Team Sky: il giovane sardo Aru, l'esperto Tiralongo, il generoso Agnoli, Kessiakoff per le fasi in pianura, sono garanzia di affidabilità. Parole comunque, la storia la scrive la strada. Qui Nibali deve preparare più trappole possibile a 'Wiggo', ispirato dal padre padrone del ciclismo kazako (l'Astana è di quelle latitudini), quell'Alexader Vinokourov che pur tra qualche lato oscuro, in carriera ha sempre mostrato inventiva e doti da guerriero che si porta dietro anche ora che fa il dirigente.

Nibali, che probabilmente perderà parecchio nella crono di Saltara (su 55 km non ci si inventa niente), tenendo anche conto di un Team Sky favorito nella crono a squadre del secondo giorno, deve cercare di non dare subito il ruolo di padrone assoluto al britannico. Rendere complicatissime tappe insidiose è la parola d'ordine, magari a cominciare dalle strade strette del Cilento nella terza tappa, quella verso Marina d'Ascesa. Molte tappe del resto difficilissime lo sono già di loro. La decima è tutta da scopire, con salite poco conosciute come l'arrivo all'Altipiano del Montasio preceduto dal Passo Canton di Lanza. Altre invece sono visite a monumenti del ciclismo: l'arrivo dal profumo di Tour del Galibier, il Passo delle Stelvio e il Gavia alla terz'ultima tappa, l'assalto alle micidiali Tre Cime di Lavaredo al penultimo giorno. "Aspetto l'ultima settimana, con tre tappe molto importanti come la cronoscalata di Mori-Polsa, quella con arrivo a Val Martello e le Tre Cime di Lavaredo. Ho lavorato a crono ma ho cercato di migliorarmi un pò in tutto", commenta Nibali. Wiggins dal canto suo è impaziente di prendere il via: "La preparazione è andata bene, ho fatto tutto il possibile e so cosa mi aspetta. Sto solo aspettando l'inizio del Giro, l'ho fatto nel 2010 e non avrei mai immaginato di ritrovarmi oggi tra i protagonisti, è un onore essere fra i favoriti".

Le salite ovviamente interessano poco Mark Cavendish: lui dovrà stare attento ad arrivare nel tempo massimo, assecondato nel patimento dall'ampia schiera dei velocisti. Per l'Italia oltre a Daniele Bennati emergenti interessanti come Elia Viviani, Mattia Gavazzi, Fabio Sabatini, Sacha Modolo, uno da strade fiamminghe come Oscar Gatto. Attenzione anche al campione di Francia Bouhanni, all'australiano Goss, capace di tenere anche in salite di media entità ed al tedesco Degenkolb, dominatore delle volate alla Vuelta. Per loro la sveglia suona presto: nessun prologo ma un atteso volatone a Napoli alla prima tappa, ghiotta occasione che il britannico ex campione del mondo non vorrà lasciarsi sfuggire per prendere la prima rosa. Unico contrattempo, il mancato arrivo di Alessandro Petacchi, non tesserato dall'Omega per motivi regolamentari, che avrebbe fatto da ultimo vagone del treno a ''Cannonball''.

Ci sarà poi chi deve ritagliarsi gli spazi. Non vincerà in alta montagna a meno di una azione da lontano, e neanche in volata il cacciatore di tappe, l'uomo dell'impresa di un giorno: Filippo Pozzato una tappa vorrebbe proprio vincerla per archiviare una pessima campagna del Nord, per Stefano Garzelli, il più vecchio in gruppo (squadra matura la Vini Fantini, c'è anche Di Luca), sarebbe il coronamento più bello della carriera. Al confine tra l'impresa di un giorno e la classifica, lo spagnolo Samuel Sanchez: lo spagnolo, ex campione olimpico, probabilmente aspetterà gli sviluppi della prima settimana e poi deciderà il terreno. Infine, il Giro sarà anche che dilaterà ancora un po' i confini del ciclismo: prima volta di un cinese, Cheng Ji della Argos Shimano. Cina in corsa, lo scorso anno il Canada in rosa, qua e la per il mondo l'Africa in bici che inizia a farsi largo: è sempre più il ciclismo di tutti.   



E UN MOURINHO SHOW PRIMA DI LASCIARE IL REAL...

Josè Mourinho torna a fare spettacolo. Un commiato dal Real Madrid con tanto di fuochi d'artificio alla vigilia della sfida col Valladolid. Alla domanda se il portoghese consideri soddisfacente il suo bilancio alla guida delle merengues (una Liga, una Supercoppa di Spagna e due Coppe del Re se vincerà la finale contro l'Atletico), lo Special One è partito all'attacco: "Quando si giudica il mio lavoro si parla soltanto di titoli. Ma la colpa è mia, perché ho vinto tanto e allora le aspettative sono tante. Però per rispondere a questa domanda mi sono preparato. La Liga dei record è la mia, anche se tentano di cancellarla, e vedremo quando riusciranno a battere questo primato. La Coppa del Re? Questo club non la vinceva da 20 anni - prosegue Mourinho come un fiume in piena -, poi ci sono tre semifinali di Champions in tre anni: non alimentano il mio ego perché a me non piace la parola quasi, anche se si tratta di un traguardo non facile da conseguire".
foglietto-show — Poi l'ex tecnico dell'Inter ha tirato fuori il foglietto dalla tasca e ha cominciato a leggere un elenco di nomi di allenatori: "Di Stefano, Toshack, Antic, Beenhakker, Pellegrini...", fino ad arrivare al numero di 18. "In 21 anni anni 18 allenatori - spiega - sono riusciti ad arrivare in semifinale di Champions per 5 volte. Il male di Mourinho è che ci è riuscito tre volte in tre anni. Dati alla mano, non credo sia una cosa facile...
giornalisti? lontano da me — "Non ho ancora deciso se rimango a Madrid o vado via,ma non parlerò del mio futuro fino al termine della stagione. I primi a conoscere la mia decisione saranno i miei familiari, mia moglie e i miei figli, che sempre mi hanno appoggiato. Poi parlerò con il presidente e con il d.g. José Angel Sanchez, con i quali mi riunirò come si fa tra amici". Il suo arrivo al Chelsea però viene dato ormai per certo e Mou non si fa sfuggire l'occasione per punzecchiare tifosi (che ultimamente l'hanno fischiato) e stampa (categoria da sempre detestata). "Non ho mai avuto alcun problema con loro. E hanno tutto il diritto di fischiare quando perdiamo una partita o ci eliminano dalla Champions. Quanto alla stampa, continuo a pensare che sia un bene che non viaggi con il nostro stesso aereo, che non possa assistere agli allenamenti e che non decida la formazione".
casillas? Si sente superiore — Una bordata anche per Iker Casillas: "Non ho avuto problemi con i calciatori ai quali piace essere trattati in modo normale - dice Mourinho -. Invece ne ho con chi si crede superiore agli altri. Se c'è stata una situazione in cui avrei dovuto essere più esigente è stato quando, alla fine della mia prima stagione, avevo chiesto che mi acquistassero Diego Lopez. Non arrivò e io non insistetti abbastanza per averlo: è stato un peccato". Ultima battuta per lo storico rivale Barcellona: "Sono orgoglioso di essere l'allenatore del Real Madrid che ha rotto l'egemonia a livello nazionale di una formazione che continua a essere fantastica". Per quanto tempo ancora?
Gasport

JUVE,PIRLO PRONTO PER LO SCUDETTO....E LA CHAMPIONS...

Manca solo un punto allo scudetto, ma Andrea Pirlo pensa già alla prossima Champions League. "L'obiettivo di quest'anno era confermarci in Italia. Quando vinceremo in Europa? Spero già l'anno prossimo". Parole sincere, che valgono più di una promessa. Perchè Andrea Pirlo dice quello che pensa e ragiona sempre, in campo come alla presentazione del suo libro "Penso quindi gioco", scritto insieme al giornalista Alessandro Alciato. "Quando smetterò di giocare? Continuerò fino a quando avrò voglia, passione e mi sentirò ancora importante. Altrimenti sarò il primo a chiamarmi fuori". E dopo? "Se un giorno mi dovessi ritrovare ad allenare prenderò sicuramente spunto da Conte: mi ha dato tanto e si fa capire benissimo dai giocatori. Allenare la Juve? Qui c'e' Conte".
tricolore subito — Contro il Palermo lo Juventus Stadium esaurito è pronto a festeggiare il secondo scudetto consecutivo. "Sì, ma prima facciamo questo punto, poi possiamo parlare di scudetto. Ci crediamo, vogliamo chiudere il campionato già domenica. Sarà lo scudetto della continuità, il gruppo ha fatto qualcosa di importante l'anno scorso e quest'anno si è ripetuto, non è mai facile. Non è stata una sorpresa: ci abbiamo messo grande voglia e continuità nel lavoro quotidiano, un grande sacrificio per raggiungere il nostro obiettivo".
poi la coppa — Poi c'è la Champions, il sogno, l'obiettivo della prossima stagione. "L'Europa quest'anno è stato un sogno, una novità per molti, abbiamo fatto abbastanza bene e siamo soddisfatti. Il Bayern Monaco? Mi sono accorto subito della sua forza quando lo abbiamo affrontato. Erano fortissimi, e sapevo che sarebbero arrivati fino in fondo, sono la squadra più forte, senza dubbio. Il ritorno di Ibrahimovic alla Juve? Non è un giocatore che spacca lo spogliatoio, ovunque è stato ha vinto. Non mi sembra abbia fatto grossi danni".addio all'azzurro dopo il brasile — "Nel 2014 smetterò con la Nazionale, i Mondiali penso saranno l'ultimo appuntamento con la maglia azzurra, bisogna lasciare spazio ai giovani. Nel club - aggiunge - continuerò finchè avrò passione e mi sentirò importante, altrimenti sarò il primo a tirarmi fuori". fonte gazzetta dello sport

SERIE B PROBABILI FORMAZIONI 40/A GIORNATA

 
BRESCIA-ASCOLI
BRESCIA (4-3-2-1): Arcari; Lasik, De Maio, Caldirola, Zambelli; Finazzi, Rossi, Arias; Sodinha, Scaglia; Caracciolo. All. Calori.
ASCOLI (3-5-2): Maurantonio; Ricci, Faisca, Legittimo; Scalise, Conocchioli, Russo, Fossati, Pasqualini; Soncin, Feczesin. All. Silva.
CESENA-JUVE STABIA
CESENA (5-3-2): Campagnolo; Gessa, Comotto, Consolini, Tonucci, Brandao; Arrigoni, Meza Colli, Coppola; Graffiedi, Succi. All. Bisoli.
JUVE STABIA (4-3-3): Nocchi; Baldanzeddu, Martinelli, Figliomeni, Dicuonzo; Caserta, Mezavilla, Zito; Verdi, Bruno, Acosty. All. Braglia.
CITTADELLA-REGGINA
CITTADELLA (3-5-2): Cordaz; Sosa, Coly, Gasparetto; Ciancio, Paolucci, Schiavon,Baselli, Biraghi; Di Nardo, Giannetti. All. Foscarini.
REGGINA (3-5-2): Baiocco; Adejo, Ely, Bergamelli; D’Alessandro, Hetemaj, Colucci, Barillà, Rizzato; Gerardi, Di Michele. All. Pillon.
CROTONE-MODENA
CROTONE (4-3-3): Concetti; Del Prete, Ligi, Abruzzese, Mazzotta; Eramo, Crisetig, Galardo; Ciano, Gabionetta, De Giorgio. All. Drago.
MODENA (4-4-1-1): Colombi; Osuji, Gozzi, Andjelkovic, Gulan; Nardini, Moretti, Signori, Lazarevic; Mazzarani; Ardemagni. All. Novellino.
GROSSETO-VARESE
GROSSETO (4-4-2): Lanni; Donati, Biraschi, Padella, Som; Brugman, Crimi, Mandolini, Foglio; Gimenez, Piovaccari. All. Moriero.
VARESE (4-2-3-1): Bressan; Pucino, Rea, Corti, Lazaar; Filipe Gomes, Kone; Ferreira Pinto, Neto Pereira, Zecchin; Ebagua. All. Agostinelli.
NOVARA-BARI
NOVARA (4-3-3): Bardi; Colombo, Perticone, Lisuzzo, Crescenzi; Marianini, Buzzegoli, Pesce; Gonzalez, Seferovic, Lazzari. All. Aglietti.
BARI (4-3-3): Lamanna; Sabelli, Ceppitelli, Polenta, Rossi; Bellomo, Romizi, Sciaudone; Fedato, Caputo, Ghezzal. All. Torrente.
SPEZIA-VIRTUS LANCIANO
SPEZIA (3-4-1-2): Guarna; Romagnoli, Goian, Benedetti; Piccini, Bovo, Porcari, Garofalo; Di Gennaro; Sansovini, Antenucci. All. Cagni.
VIRTUS LANCIANO (4-3-3): Leali, Almici, Aquilanti, Amenta, Mammarella; Vastola, D’Aversa, Volpe; Piccolo, Falcinelli, Turchi. All. Gautieri.
TERNANA-LIVORNO
TERNANA (3-5-2): Brignoli; Masi, Meccariello, Ciofani; Bernardi, Carcuro, Miglietta, Scozzarella, Ragusa; Litteri, Ceravolo. All. Toscano.
LIVORNO (3-4-1-2): Fiorillo; Bernardini, Emerson, Decarli; Schiattarella, Luci, Duncan, Gemiti; Belingheri; Paulinho, Dionisi. All. Nicola.
VICENZA-EMPOLI
VICENZA (4-3-3): Bremec; Padalino, Camisa, Gentili, Laczko; Ciaramitaro, Rigoni, Cinelli; Bellazzini, Malonga, Bojinov. All. Dal Canto.
EMPOLI (4-3-1-2): Bassi; Hysai; Tonelli, Regini, Accardi; Moro, Valdifiori, Croce; Saponara; Tavano, Pucciarelli. All. Sarri.
SASSUOLO-PADOVA (Lunedì)
SASSUOLO (4-3-3): Pigliacelli; Laverone, Terranova, Bianco, Longhi; Chisbah, Magnanelli, Missiroli; Boakye, Pavoletti, Berardi. All. Di Francesco.
PADOVA (3-4-1-2): Silvestri; Dellafiore, Trevisan, Piccioni; Rispoli, Iori, Zè Eduardo, Jelenic; Farias; Cutolo, Raimondi. All. Pea.

mercoledì 1 maggio 2013

STASERA BARCELLONA-BAYERN LE FORMAZIONI...

Dopo che il Borussia Dortmund si è qualificato per la finalissima contro il Real Madrid, questa sera alle 20.45 (visibile su Canale 5, Sky e Mediaset Premium) si gioca la seconda semifinale di Champions League. Anche il Barcellona all'andata ha perso contro i tedeschi, in questo caso, del Bayern Monaco che in questa stagione stanno vincendo tutto. Classico 4-3-3 per Vilanova con Messi a pieno servizio stavolta. Il Bayern invece si presenta al Nou Camp con le sue bocche da fuoco e quegli indemoniati di Ribery e Robben sulle fasce. Ecco le probabili formazioni:
Barcellona (4-3-3): Victor Valdes, Dani Alves, Bartra, Piqué, Adriano; Thiago Alcantara, Xavi, Iniesta; Sanchez, Messi, Pedro. All. Villanova
Bayern Monaco (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Boateng, Dante, Alaba; Javi Martinez, Schweinsteiger; Robben, Muller, Ribery; Gomez. Allenatore: Heynckes
Arbitro: Skomina (Slo)

martedì 30 aprile 2013

REMUNTADA A METà PER IL REAL,PASSA IL DORTMUND....

ROMA - Remontada Real Madrid? 'Nein danke' firmato Borussia Dortmund. Ma che brividi. Svanisce solo nel finale il sogno del Bernabeu e di Josè Mourinho di vivere una notte magica, capace di cancellare il pesantissimo 4-1 della semifinale di andata e di portare le merengues all'epilogo Champions a Wembley. Troppo grande la supremazia fisica dei tedeschi quanto poco incisivo il forcing iniziale di Cristiano Ronaldo e compagni che non riescono a far gol subito come chiedeva alla vigilia lo 'Special Onè. A infrangere il muro issato dalla squadra di Klopp ci riescono negli ultimi minuti Benzema e Ramos, troppo tardi per capovolgere la storia di una sfida praticamente già decisa nei primi 90 minuti giocati in Germania. Finisce con un 2-0 che sa di beffa per gli spagnoli e fa remare i polsi ai gialloneri che fino all'83' erano sembrati una fortezza inattaccabile. Gli uomini di Mourinho, incitati dal pubblico (coreografia da impazzire) e anche dallo speaker del Santiago Bernabeu che ricorda come "90 minuti siano lunghi", partono subito forte: prima grande occasione con Higuain che ben imbeccato sul lato corto dell'area di rigore, trova il piede di Roman Weidenfeller ad opporsi al suo diagonale. Buon duetto sulla destra tra Mesut Ozil e Di Maria, il tedesco penetra in area ma viene fermato da un difensore ospite, la sfera finisce sui piedi di Ronaldo che prova il destro al volo ma calcia alto. Poi sempre Ronaldo e Ozil si divorano due clamorose occasioni per portare in vantaggio il Real e poter avviare la rimonta. Ancora qualche assalto sterile delle merengues e la forza fisica del Borussia Dortmund comincia a prevalere.

FINALE THRILLING - Lewandowski e compagni si fanno vedere in contropiede, mentre la formazione madrilena si perde via via non riuscendo più a pungere: la prima frazione si chiude così a reti inviolate. Si riparte con il Borussia sempre più pericoloso: Lewandowski è inarrestabile, prima manca la porta tutto solo in piena area di rigore e poi fa tremare la traversa da pochi passi. Passano dieci minuti e Mourinho tenta il tutto per tutto con un doppio cambio: dentro Benzema e Kakà al posto di Higuain e Fabio Coentrao. Il Real appare di nuovo vivace, ma andare più vicino al gol sono i tedeschi con una clamorosa occasione finita sui piedi di Gundogan, straordinaria la parata di Diego Lopez che salva miracolosamente la porta del Real. Le merengues continuano però crederci sfiorando il vantaggio con Di Maria, C7 e Kakà. Si entra negli ultimi dieci minuti del match e quando ormai nessun madridista ci sperà più arriva il gol di Benzema bravo a deviare in rete da pochi passi un cross di Ozil. Cinque minuti ed ecco il 2-0 firmato da Ramos. Come per magia la 'remontadà diventa ancora possibile, il Bernabeu diventa una bolgia con le merengues in avanti fino all'ultimo secondo alla ricerca del 3-0 che varrebbe il biglietto per Wembley. Ma il terzo gol non arriva e i tedeschi possono festeggiare la conquista della finale Champions. Ad attenderli nel tempio del calcio inglese, a meno di clamorose sorprese da parte del Barcellona, uno storico derby con i campioni di Germania del Bayern Monaco.

MOU PARLA DA EX - "Abbiamo recuperato la credibilità in Champions con tre semifinali consecutive, sono state tre stagioni Champions fantastiche per il Real". Al termine di Real Madrid-Dortmund Josè Mourinho parla già da ex tecnico delle meregues arrivate a sfiorare la rimonta. "A livello mentale è stato importante ma non abbiamo vinto, dovranno farlo in futuro se con me bene altrimenti diversamente. Mi piace restare dove la gente mi vuole, non preoccupatevi di me, posso camminare da solo. Real è grande e deve arrivare alla 10/a Champions".

REAL MADRID-BORUSSIA LE PROBABILI FORMAZIONI E LE QUOTE DA GIOCARE

PROBABILI FORMAZIONI
Real Madrid (4-2-3-1): Diego Lopez; Sergio Ramos, Varane, Pepe, Coentrao; Xabi Alonso, Khedira; Cristiano Ronaldo, Ozil, Di Maria, Benzema. All. Mourinho.
Borussia Dortmund (4-2-3-1): Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Bender, Gundogan; Blaszczkowski, Gotze, Reus; Lewandowski. All. Klopp.
QUOTE:
 REAL MADRID - BORUSSIA La prima finalista uscirà dalla gara del Bernabeu dove i Blancos sono chiamati a ribaltare il pesante 4 - 1 subito in casa del Borussia. Per gli uomini di Mourinho occorre vincere con almeno tre goal di scarto senza subirne per passare il turno. 
Con l'unico risultato possibile per il Real, ovvero la vittoria, le quote sembrano dalla loro parte, visto anche il precedente della fase a gironi quando i Borussia uscì indenne dal Bernabeu con un 2 - 2.
QUOTE SCOMMETTITORI 1-X-2:  La vittoria è nettamente a favore del Real  che si aggira mediamente sul 1.5 contro l'intrigante pareggio quotato 4.50 dalla Snai. Difficile ma affascinante l'ipotesi di vittoria esterna dei tedeschi che ha una valutazione superiore al 5.30 ma difficilmente pronosticabile.
RISULTATO ESATTO E' il 3-0 il punteggio che consentirebbe il passaggio del turno: un risultato che si gioca a 15.00 per  Bwin, segno che i i bookie credono nel Real. Interessante anche la quotazione del pareggio 2 - 2 che per la Snai è di 13. Mentre lo stesso risultato dell'andata ma a favore dei padroni di casa, 4 - 1, è dato 1:16.
Che il Real farà una gara di attacco lo credono anche gli scommettitori che puntano forte sull'ipotesi che siano i Blancos a sbloccare la partita per primi e nel finire il primo tempo in vantaggio.
Infatti  la segnatura  del Real Madrid nel primo quarto d'ora di gioco la Snai lo quota a 2.90 oppure entro i primi 30' a 3.50.  Più genetica la quota sempre Snai a 1.45 per prima marcatura Real e 2.75 per il primo goal del mattatore della gara di andata, Lewandowski.
UNDER-OVER. Scelta che sembra quella più probabile anche per gli scommettitori che quotano i quattro goal intorno al 1.90 - 2. 
Molto improbabile per tutti che non si segnino alcun goal che quasi all'unanimità  il No Gol viene pagato 2.50 la giocata.


Jurgen Klopp VUOLE UN BORUSSIA SENZA PAURA STASERA...

MADRID - "Guai a difendersi, sarebbe la fine". Jurgen Klopp avvisa il Borussia Dortmund. Sa che il Real venderà cara la pelle pur di recuperare i 3 gol che lo dividono dalla finale. Per questo tiene alta l'attenzione:  "Loro ci aggrediranno fin dal 1' cercando di tornare in partita. E il pubblico si farà sentire tantissimo per metterci sotto pressione. Noi dovremo essere bravi a non chiuderci. Come il Real, anche noi abbiamo un gran potenziale offensivo. E dobbiamo metterlo in mostra".

LOTTEREMO CON TUTTE LE NOSTRE FORZE - Klopp non teme che ci sia una sorta di appagamento tra i suoi giocatori: "Non pensiamo di avere già un piede in finale. Lotteremo minuto dopo minuto per arrivarci, consapevoli delle difficoltà che dovremo ancora superare. E' vero, il risultato che abbiamo ottenuto è migliore di quanto potessimo sperare e stiamo vivendo un sogno. Ma scenderemo in campo con umiltà. Rispettiamo il Real. Siamo pronti a lottare con tutte le nostre forze".

VOGLIO UN BORUSSIA SENZA PAURA - Il tecnico giallonero tiene soprattutto a dimostrare che la sua squadra è matura per i grandi eventi: "A Dortmund abbiamo entusiasmato il pubblico. Tutti, anche quelli che ci conoscono poco, hanno visto come siamo in grado di giocare. Vorrei che i ragazzi si ripetessero, mettendo in pratica quello che sanno. Vorrei vedere una squadra difficile da battere. Cosa dobbiamo fare? Semplice: difendere bene e segnare tanti gol...
Dovremo essere ordinati, ma anche audaci: E se segneremo un gol, dovremo cercare di fare anche il secondo".

ACCADRA' QUALCOSA DI STORICO, NEL BENE O NEL MALE
- Per preparare il match, le squadre hanno avuto meno di una settimana. ''E' poco, ma la squadra sa cosa deve fare. Io non ho inventato il calcio, ma voglio giocare come so e come piace ai giocatori che ho a disposizione. Ovviamente, le idee sono una cosa e la loro attuazione è un'altra... Non sempre, nel calcio, tutto va come si pensa", dice. Nessuno, all'inizio della stagione, probabilmente avrebbe pensato di trovare il Borussia Dortmund ad un passo dalla finalissima. ''Nessuno poteva immaginare che le cose sarebbero andate così. Ad ogni modo, non abbiamo ancora ottenuto nulla, nel calcio tutto è possibile e domani potrebbe capitare qualcosa di storico. Sarebbe così se andassimo in finale. Ma lo sarebbe anche se venissimo eliminati"

STASERA REAL MADRID-BORUSSIA D....MOURINHO CI CREDE ALLA RIMONTA....

MADRID - "Se giochiamo come all'andata non abbiamo speranze per passare il turno e nemmeno per vincere. Se però giochiamo come sappiamo, con lo spirito di squadra che necessita una gara del genere, può succedere qualsiasi cosa". Jose Mourinho crede nella rimonta dopo il pesante 1-4 subito dal suo Real Madrid la settimana scorsa contro il Borussia Dortmund nella gara d'andata della semifinale di Champions League. "Dobbiamo cercare di fare subito un gol e poi provare a segnarne altri, bisogna pensare minuto per minuto, fino all'ultimo sospiro della partita", ha aggiunto lo 'Special One'.

In caso di fallimento dell'obiettivo, il portoghese però non farebbe drammi: "Spero di avere almeno altri 10 anni per continuare a vincere, se non vinco ora non è un problema. Ci sono grandi allenatori che non hanno mai vinto la Champions, io ne ho vinte già due....". Poi però Mou fa una riflessione: "In tutti i club, non solo al Real, il successo è merito di tutti e il fallimento è colpa dell'allenatore. Solo in poche società viene riconosciuto il lavoro e le responsabilità di un allenatore nel bene e nel male. Ma sono tranquillo, so come funziona. Il record dei 100 punti in Liga è del Real - ricorda - e se non arriviamo alla finale di Champions sarà il mio fallimento". E aggiunge: "Il modo migliore per motivare giocatori e il tifo è raggiungere un risultato diverso da quello di Dortmund. I tifosi si motivano giocando bene e
vincendo. Qualcuno può pensare che motivo la gente con video o parole, ma io lo faccio con i risultati".

In questi giorni si parla molto del futuro dello 'Special One'. In particolare la stampa spagnola dà per certo l'addio dell'ex allenatore dell'Inter per far posto ad Ancelotti. Mourinho però glissa sull'argomento: "Ancelotti al Real Madrid? Credo che dobbiate chiedere a loro di questi contatti non a me. Io penso alla partita di Champions contro il Borussia Dortmund. E' la gara più importante della storia del Real negli ultimi dieci anni".

Infine un pensiero a Javier Zanetti, reduce dal grave infortunio subito a Palermo, che lo costringerà a stare ai box per diversi mesi: "Ho parlato con Zanetti. E' pronto a tutto, lotterà per tornare".
 

MOTORI : UNA BUGATTI DA 408 KM/h...



Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse

La Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse è la roadster più veloce del mondo con 408,84 Km/h. Il pilota cinese Anthony Liu, che il 6 aprile ha conquistato il primato sotto l'occhio attento dei certificatori TÜV (Technischer Überwachungs-Verein), non sembra aver patito più di tanto la mancanza del tettuccio. A suo parere è quasi un vantaggio perché "puoi apprezzare al massimo il sound del motore ed anche ad altissime velocità i fruscii aerodinamici non disturbano la guida".

L'edizione limitata in 8 esemplari che festeggia il record è stata presentata in questi giorni al Salone di Shanghai 2013. La lista dei potenziali acquirenti è lunga anche se il prezzo di listino (escluse le tasse) è di 1,99 milioni di euro.
Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse è spaventosa anche solo dando un'occhiata alle note tecniche. Monta un W16 da 7.9 litri quadriturbo accreditato di 1.200 cavalli e 1.500 Nm di coppia massima. Ovviamente il cambio è un automatico DSG a doppia frizione a sette rapporti, e non manca la trazione integrale. I test confermano che raggiunge 0 a 100 km/h in 2,6 secondi. La velocità massima è appunto di 408,84 km/h; qualcosa di meno rispetto alla sorella (coperta) Super Sport che vanta una velocità di punta di 434,212 km/h.
Bugatti Veyron Grand Sport Vitesse
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C'è una nota di colore che riguarda la fase di sviluppo del motore. Pare che  sia in grado di sviluppare tremila cavalli vapore di potenza, ma più del 60% viene dissipato in calore. Ebbene, questa soglia ha messo in difficoltà l'intero impianto di condizionamento dell'aria del banco test: presso gli stabilimenti si è scatenato un incendio che avrebbe potuto mandare in fumo tutto.
I suoi pneumatici run-flat della Michelin sono stati sviluppati espressamente per sopportare velocità estreme. Le misure sono inusuali (245/690 R20,47 e 365/710 R21,26) e dovrebbero consentire almeno 9.000 km. Prezzo da capogiro: un treno costa 15mila euro.

lunedì 29 aprile 2013

TOTTI A ZANETTI "NON FARE SCHERZI TI RIVOGLIO IN CAMPO"

Il mondo del calcio si stringe attorno a Javier Zanetti, esempio di uomo oltre che di immortale calciatore, dopo il grave infortunio che ha forse posto fine alla carriera del leggendario Capitano dell'Inter alla soglia dei 40 anni.

Nessuno meglio di Diego Milito, anch'egli lungamente fermo ai box, può capire meglio la sofferenza del compagno di squadra, ed allora il post del 'Principe' su Facebook diventa un doppio augurio... anche a se stesso: "Grande Pupi, grande Capitano... in bocca al lupo e tornerai presto... ci vediamo in campo. Ti abbraccio".

Tra Capitani 'Highlander' ci si intende e con Francesco Totti il feeling di Zanetti è stato sempre massimo. Non stupisce dunque il grande affetto nelle parole del simbolo della Roma: "Javier, aho', non fare scherzi! Mi raccomando, ti aspetto per il prossimo Roma-Inter. Il gagliardetto delle squadre io lo scambio solo con te".

Nba, Jason Collins: "Sono gay". Primo atleta pro a dichiararsi omosessuale

Jason Collins, 34 anni. Reuters
Jason Collins, 34 anni. Reuters
"Ho 34 anni, sono un centro Nba. Sono nero. E sono gay". Con queste parole Jason Collins è diventato il primo giocatore di basket in attività della lega più famosa del mondo a dichiararsi apertamente omosessuale. Ha scelto le pagine di Sports Illustrated per la sua dichiarazione al mondo, in un lungo articolo scritto in prima persona che uscirà nell'edizione del 6 maggio e di cui il magazine ha pubblicato un estratto.
il coming out — "Non ho scelto io di essere il primo atleta apertamente gay a giocare in uno degli sport più importanti d'America. ma visto che lo sono sono contento che se ne parli - scrive Collins -. Non vorrei essere quello che alza la mano e dice di essere diverso. Ma visto che nessuno l'ha fatto tocca a me. Ho giocato per 6 squadre diverse e in 2 Finali Nba. Ora sono un free agent, sia in senso letterale che figurato. Ho raggiunto quell'invidiabile stato della vita in cui posso fare quello che voglio. E quello che voglio è continuare a giocare a basket. Amo ancora questo sport, e ho ancora qualcosa da offrire. I miei allenatori e i miei compagni lo sanno. Ma allo stesso tempo voglio essere genuino, autentico e sincero. Perché mi sto dichiarando proprio adesso? Ho iniziato a pensarci durante il lockout del 2011. Sono un tipo abitudinario, uno che appena finisce la regular season si mette a lavorare per essere al meglio all'opening night di quella successiva. Ma la serrata mi ha costretto a sconvolgere le mie abitudini e a confrontarmi con quello che sono realmente. Mi sono allenato, ma mi è mancata quella distrazione che il basket è sempre stata per me.
paure passate — "Il primo parente con cui mi sono dichiarato è stata mia zia Teri, giudice della corte superiore di San Francisco - prosegue Collins -. Mi ha dato supporto e per la prima volta mi sono sentito a mio agio nella mia stessa pelle. Immaginate di essere in un forno a cuocere. Alcuni di noi sanno e accettano la propria sessualità da subito, altri hanno bisogno di altro tempo per cuocere. Io sono rimasto in cottura per 33 anni. Da giovane uscivo con le donne. Mi sono anche fidanzato. perché pensavo di dover vivere in un certo modo, sposare una donna e crescere dei figli con lei. Continuavo a dirmi che il cielo era rosso, ma ho sempre saputo che era blu. Nessuno vuole vivere nel terrore, ma io ho sempre avuto paura di dire la cosa sbagliata. Non dormo bene, non ci sono mai riuscito. Ma ogni volta che lo dico a qualcuno, mi sento più forte e riesco a dormire un pochino meglio. Serve un enorme quantitativo di energia per difendere un segreto così grande. Ho vissuto a lungo in una bugia. Ero certo che il mio mondo sarebbe crollato se qualcuno avesse saputo. Eppure quando ho finalmente capito la mia sessualità mi sono sentito completo per la prima volta. Ho lo stesso senso dell'umorismo, le stesse maniere e i miei amici sono ancora dalla mia parte".
la filosofia di collins — "Sto iniziando a capire l'enigma che chiamo me stesso. Non voglio lasciare che la mia razza o il orientamento sessuale mi definiscano. Non voglio essere etichettato e non voglio che le etichette imposte da altri mi definiscano. In campo però ho accettato l'unica etichetta che penso mi definisca meglio delle altre: un professionista tra i professionisti. Me la sono guadagnata giocando senza paura e sacrificandomi per i compagni. Subisco e commetto falli (i 322 della stagione 2004-05 sono stati il massimo in Nba). Mi sacrifico per i miei compagni. Non sono spaventato da nessun avversario. Anche se Shaquille O'Neal merita la Hall of Fame, ho sempre cercato di metterlo in difficoltà (Shaq, le simulazioni non hanno niente a che fare col fatto che sono gay). Ho il paradenti, i polsi fasciati. Avanti, sotto col prossimo colpo: mi rialzerò. Voglio andare contro uno stereotipo gay e sono certo che molti giocatori saranno scioccati dal fatto che un giocatore come me sia gay. Ma sono sempre stato uno duro in campo, fin dai tempi del liceo. Sono così duro per dimostrare che essere gay non significa essere morbido? Chi lo sa. Le mie motivazioni, come il mio contributo, non è misurabile dalle statistiche, di cui onestamente non mi importa. Per me conta vincere".
la scelta — "Nascondere la mia sessualità è diventato insostenibile a Marzo, quando la Corte Suprema stava decidendo sui matrimoni gay. Era la mia chance per essere ascoltato, ma non potevo dire nulla. Sono contento di dichiararmi nel 2013 e non nel 2003. L'opinione pubblica ora la pensa diversamente, ma c'è ancora tanto da fare. La mia doppia vita mi ha sempre impedito di legare veramente con i miei compagni. All'inizio della mia carriera ho lavorato duramente per sembrare etero, ma ora gli do poca importanza. Quando sono con i miei compagni mi importa solo vincere. La preoccupazione maggiore su un giocatore gay è il suo comportamento nello spogliatoio. Credetmi, ho fatto tantissime docce nei miei 12 anni di carriera: il mio comportamento non è mai stato un problema e non lo sarà ora. Sono un veterano e mi sono guadagnato il diritto di essere ascoltato. Dimostrerò che i giocatori gay non sono diversi dagli etero. Non ho mai parlato tanto, ma ho fatto sentire la mia voce quando qualcosa non mi sembrava giusto. Non ho mai cercato la fama. E anche se mi sto dichiarando al mondo proteggerò la mia provacy. Spero che i tifosi rispetteranno la mia scelta. Il mio coming out non servirà a cancellare completamente il pregiudizio, ma è un buon punto di partenza. Parlerò con qualsiasi giocatore si sentirà a disagio dalla mia dichiarazione. Essere gay non è una scelta. Questa è la strada più complicata ed è una strada solitaria".
 
il futuro — "Sono felice di poter smettere di nascondermi e concentrarmi sulla mia 13ª stagione. Mi sto già allenando perché, tra i professionisti, più invecchi e più devi essere in forma. La prossima stagione avrò gli occhi di molti puntati addosso. Tutto questo mi motiva a lavorare ancora più duro. Il basket professionistico è come una grande famiglia, e più o meno in ognuna di esse c'è un fratello, una sorella o un cugino gay. Nella fratellanza della Nba tocca a me"
le reazioni — Mentre Jarron, il fratello gemello, dice di non essere mai stato così orgoglioso di Jason, arriva il commento del commissioner Nba Stern. "Siamo orgogliosi che Jason abbia assunto il ruolo di leader su questo argomento così importante. Durante tutta la sua carriera si è guadagnato il rispetto dei compagni e di tutta la Nba". Uno dei primi a congratularsi con Collins è stato l'ex presidente Bill Clinton: "Conosco Jason dai tempi di Stanford, quando era amico di mia figlia Chelsea. Il suo è un annuncio importante per la storia dello sport e della comunità omosessuale. Spero che tutti, in particolare i suoi colleghi giocatori, i media e i suoi molti tifosi gli facciano arrivare il loro supporto e il rispetto che si è guadagnato". Quello di Kobe Bryant arriva subito: "Sono orgoglioso di Collins - twitta la stella dei Lakers -. Non nascondete chi siete per colpa dell'ignoranza degli altri".
Davide Chinellato