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venerdì 17 maggio 2013

LE PROBABILI FORMZIONI DELL'ULTIMO TURNO DI SERIE B




PROBABILI FORMAZIONI SERIE B / ROMA – Ecco tutte le probabili formazioni delle partite dell’ultima giornata del campionato di Serie B (escluso il posticipo di domenica fra Crotone e Juve Stabia):
BRESCIA VARESE
BRESCIA (4-2-3-1): Arcari; Zambelli, De Maio, Caldirola, Daprelà; Finazzi, Rossi; Scaglia, Sodinha, Corvia; Caracciolo. All. Calori.
VARESE (4-2-3-1): Bressan; Pucino, Rea, Corti, Lazaar; Zecchin, Kone; Ferraira Pinto, Neto Pereira; Oduamadi; Ebagua. All. Agostinelli.
CESENA-PRO VERCELLI
CESENA (4-2-3-1): Campagnolo; Consolini, Morero, Tonucci, Bangoura; Coppola, Meza Colli; Lolli, Succi, D’Alessandro; Granoche. All. Bisoli.
PRO VERCELLI (4-2-3-1): Valentini; Vicni, Abbate, Sini, Scaglia; Rosso, Scavone; Erpen, De Silvestro, Fabiano; Eusepi. All. Braghin.
CITTADELLA-ASCOLI
CITTADELLA (3-5-2): Cordaz; Gasparetto, Coly, Pellizzer; Ciancio, Paolucci, Baselli, Schiavon, Biraghi; Di Nardo, Giannetti. All. Foscarini.
ASCOLI (3-5-2): Gomis; Ricci, Peccarisi, Faisca; Scalise, Russo, Di Donato, Fossati, Pasqualini; Feczesin, Zaza. All. Silva.
GROSSETO-BARI
GROSSETO (4-4-2): Lanni; Donati, Biraschi, Feltscher, Calderoni; Som, Crimi, Delvecchio, Mancino; Brugman, Piovaccari. All. Moriero.
BARI (4-3-3): Pena, Ristovski,Ceppitelli, Altobello, Rossi; Defendi, Romizi, De Faco; Fedato, Caputo, Iunco. All. Torrente.
VERONA-EMPOLI
VERONA (4-3-3): Rafael; Cacciatore, Moras, Maietta, Agostini; Laner, Jorginho, Hallfredsson; Gomez, Cacia, Martinho. All. Mandorlini.
EMPOLI (4-3-1-2): Bassi; Hysaj, Tonelli, Regini, Accardi; Moro, Valdifiori, Croce; Saponara; Maccarone, Tavano. All. Sarri.
NOVARA-VIRTUS LANCIANO
NOVARA (4-3-3): Montipò; Ghiringhelli, Lisuzzo, Bastrini, Alhassan; Fernandes, Faragò, Parravicini; Libertazzi, Rubino, Motta. All. Aglietti.
VIRTUS LANCIANO (4-3-3): Leali; Almici, Aquilanti, Amenta, Di Cecco; Vastola, D’AVersa, Volpe; Piccolo, Falcinelli, Turchi. All. Gautieri.
SASSUOLO-LIVORNO
SASSUOLO (4-3-3): Pomini, Laverone, Troiano, Terranova, Longhi; Chisbah, Magnanelli, Missiroli; Catellani, Boakye, Berardi. All. Di Francesco.
LIVORNO (3-4-1-2): Fiorillo; Bernardini, Emerson, Ceccherini; Schiattarella, Duncan, Luci, Lambrughi; Belingheri; Dionisi, Paulinho. All. Nicola.
SPEZIA-MODENA
SPEZIA (3-4-1-2): Guarna; Romagnoli, Goian, Benedetti; Piccini, Bovo, Porcari, Garofalo; Di Gennaro; Sansovini. Antenucci. All. Cagni.
MODENA (4-2-3-1): Manfredini; Gozzi, Andjelkovic, Perna, Minarini; Osuji, Moretti; Piscitella, Surraco, Lazarevic; Ardemagni. All. Novellino.
TERNANA-PADOVA
TERNANA (3-5-2): Brignoli; Masi, Brosco, Fazio; Bernardi, Carcuro, Di Deo, Ragusa, Vitale; Litteri, Sinigaglia. All. Toscano.
PADOVA (3-5-2): Silvestri; Cionek, Dellafiore, Trevisan; Rispoli, Zè Eduardo, Iori, De Feudis, Jelenic; Cutolo, Raimondi. All. Pea.
VICENZA-REGGINA
VICENZA (4-3-3): Bremec; Padalino, Milanovic, Martinelli, Laczko; Mustacchio, Ciaramitaro, Cinelli; Semioli, Malonga, Giacomelli. All. Dal Canto.
REGGINA (4-4-2): Baiocco; Adejo, Bergamelli, Rizzato; Fischnaller, Hetemaj, Colucci, Barillà. Gerardi, Di Michele. All. Pillon.

SERIE B,ultima giornata con incroci pericolosi..........

Ultima giornata (stagione regolare) per il campionato di serie Bwin. Squadre in campo domani pomeriggio per il ventunesimo turno del girone di ritorno: in palio gli ultimi verdetti che riguardano tutte le zone della classifica. Da decidere, infatti, le due o tre squadre che andranno in serie A, chi andra' ai play-off e le societa' che retrocederanno in Lega Pro. Da decidere anche se ci saranno o meno i play-out. Insomma ancora giochi aperti e spettacolo assicurato. Il Brescia (16.30) chiude la stagione in casa: le "rondinelle" ricevono la visita del Varese. Brescia che deve fare a meno degli infortunati Bouy e Saba. Gli ospiti, con Agostinelli in panchina, non ha mai perso (due vittorie e due pareggi). Una gara che mette in palio punti decisivi per i play-off, traguardo inseguito da entrambe. Il Cesena, gia' salvo, ospita (14.30) al Manuzzi la Pro Vercelli. I bianconeri romagnoli devono fare i conti con numerose assenze, tra infortuni e squalifiche. I piemontesi, gia' retrocessi, cercheranno di onorare nel migliore dei modi il campionato.
  Allo stadio Tombolato il Cittadella (16.30) salutera' i propri tifosi nella sfida contro l'Ascoli. Entrambe sono coinvolte nella zona pericolosa della classifica. I marchigiani devono centrare la vittoria e sperare in un pareggio del Vicenza.
  Vietato fallire anche per il Cittadella, reduce da tre ko di fila. Il Crotone (domenica, ore 12.30) riceve allo Scida la Juve Stabia. Le due formazioni hanno gia' centrato la salvezza.
  Calabresi senza gli squalificati Abruzzese, Pettinari e Ciano.
  Le "vespe" giallonere dovranno fare a meno di Di Cuonzo, Caserta, Figliomeni e Agyei. Il Grosseto gia' retrocesso chiude la stagione (14.30) nel campionato cadetto con la sfida interna contro il Bari. I biancorossi pugliesi (Bellomo e Sciaudone), cercheranno di chiudere nel migliore dei modi la stagione. I toscani, gia' retrocessi non vincono da dieci partite. Allo stadio Piola il Novara riceve il Lanciano (16.30). I piemontesi vogliono agganciare la quinta posizione nella possibile griglia finale per i play-off. Gli abruzzesi, invece, cercheranno di far bene per evitare i play-out. Il Sassuolo (16.30) e' ad un passo dalla promozione. La sfida contro Livorno mette in palio i punti decisivi per acciuffare il prezioso traguardo. Chi vince va in serie A. I neroverdi emiliani senza lo squalificato Bianco e gli infortunati Valeri, Gazzola e Troianello. In caso di parita' a festeggiare sarebbe solo la squadra di Di Francesco. Lo Spezia (14.30) chiude la stagione con la gara interna contro il Modena. Gara senza particolari emozioni, entrambe infatti hanno gia' centrato la salvezza. Discorso identico per Ternana-Padova (14.30) . Umbri senza gli infortunati Lauro, Dianda, e Maniero. I veneti dovranno fare a meno di Cuffa e Babacar. Una delle gare piu' dell'ultimo turno e' in programma allo stadio Bentegodi di Verona. I gialloblu' ospitano l'Empoli. I padroni di casa sono vicini al ritorno nella massima categoria. I toscani vogliono conquistare un risultato positivo per i play-off. La gara, quindi, si presenta dall'alto tasso spettacolare. L'analisi delle gare valide per l'ultima giornata si completa con il match di scena allo stadio "Menti". Il Vicenza sara' opposto alla Reggina (16.30). Gara decisiva per la salvezza: ai calabresi basta un punto, i veneti devono vincere.

Giro, vince ancora Cavendish che firma il poker

 CavendishCHERASCO (CN) - Nel giorno dei clamorosi ritiri, di Wiggins ed Hesjedal, vince ancora Cavendish che firma il poker. La corsa rosa riparte da Busseto, città natale di Giuseppe Verdi, senza due degli interpreti più attesi: Bradley Wiggins e Ryder Hesjedal, i vincitori dell’ultimo Tour e dell’ultimo Giro.

L’inglese veniva pronosticato come il dominatore indiscusso, il canadese come il possibile antagonista insieme all’italiano Nibali. Ma Wiggins, dopo la caduta di Pescara, non è mai riuscito a confermare le attese andando spesso in difficoltà, soprattutto nell’affrontare le discese sul bagnato. Ai problemi psicologici e di condizione ha dovuto aggiungere quelli fisici, a causa di una sinusite, e quelli della squadra non sempre vicina a lui.

Anche Hesjedal ha lamentato dei problemi di salute, non tali da giustificarne la debacle. Ora la maglia rosa Nibali dovrà guardarsi da quelli che venivano considerati degli outsider: Evans, Uran Uran, Scarponi. Oggi il Giro arriva a Bardonecchia Jafferau, a quota 1.908, al culmine di una impegnativa scalata che potrà emettere altri verdetti o fornire nuove indicazioni sui pretendendti al successo. Intanto, Mark Cavendish, è sempre più il re delle volate.

Il ragazzo nato sull’isola di Man conquista anche il traguardo di Cherasco, nella patria delle lumache e dei vini, con uno sprint regale. Quando si arriva il gruppo, la lotta è ormai ristretta al secondo posto perché Cavendish non ha rivali.

Berlusconi: Allegri andrà alla Roma

ROMA - Dichiarazione choc di Silvio Berlusconi sul futuro di Massimiliano Allegri in giallorosso. "E' già della Roma, l'annuncio sarà dato dopo la partita con il Siena", la frase che il numero uno rossonero, come riporta gazzettagiallorossa.it, si è lasciato scappare poche ore fa a margine di una cena elettorale al Palazzo dei Congressi all'Eur. Davanti a 350 invitati, sapendo dell'incontro con Sabatini di lunedì a Milano. Tono scherzoso, ma la frase è una pietra: Allegri è uno dei tecnici più giovani di sempre a vincere il campionato italiano, uno che ha cavalcato le onde della Champions League. Uno in grado di ricostruire una squadra sbriciolata dal mercato come il Milan di quest'anno

E Seedorf intanto studia da allenatore
Clarence Seedorf intanto, mentre porta avanti la sua carriera di calciatore in Brasile, studia per diventare allenatore una volta lasciato il calcio giocato: è notizia fresca che l'olandese sta frequentando un corso della federazione Oranje.

Milan, voci anche su Mazzarri
Le sirene del calciomercato tornano a farsi sentire a Milanello. E dopo la notizia di Seedorf che studia da tecnico spuntano le clamorose voci di un interesse rossonero anche per l'attuale tecnico del Napoli

Internacional su Robinho
Dopo la lite con Allegri intanto si allontana il brasiliano: Dunga lo vuole per il Brasilerao, l'offerta è pronta

BASKET N.B.A quarti di finali,memphis e miami in semifinale







                                                      
QUARTI NBA 
 Miami Heat  4             Chicago Bulls  1
New York Knicks  1     Indiana Pacers  3
Oklahoma City T   1    Memphis Grizzlies 4
San Antonio Spurs 3     Golden State Warriors 2
MIAMI-CHICAGO 94-91 (Miami vince la serie 4-1)
Sembrava ormai una partita persa: alla fine del terzo quarto i Bulls erano avanti 77-69 e Dwyane Wade non stava per nulla bene. Il ginocchio gli faceva male e il suo apporto era fondamentale per cercare di risollevare le sorti dell'incontro ed evitare di allungare ancora la serie. Così Wade va in spogliatoio prima degli ultimi 12' e si fa fasciare nuovamente il ginocchio, tornando in campo come nuovo, creando movimento e facendo 6 punti fondamentali (18 totali) per riprendersi il match e la vittoria. Il sorpasso arriva sull'82-81 grazie a Norris Cole, ma Miami deve questa colta fare i complimenti a se stessa per il gran lavoro di squadra dell'ultimo quarto. E' vero che LeBron James fa 23 punti totali, ma è vero anche che nell'ultima frazione di gara ne fa 4, Cole 5, Battier 8 e Andersen 2. I Bulls, invece, sbagliano tanto al tiro, continuano a fare falli e non riescono più a riportare il punteggio dalla propria parte. Nota a margine: Marco Belinelli parte nel quintetto titolare, gioca 14' e fa 3 punti. Il migliore degli ospiti è sempre Carlos Boozer, con 26 punti e 14 rimbalzi. Miami è in finale di Eastern Conference e aspetta di conoscere chi sarà la sua rivale.
OKLAHOMA CITY-MEMPHIS 84-88 (Memphis vince la serie 4-1)
La dura legge dei playoff colpisce una delle squadre più toste della regular season: Oklahoma City esce di scena e lo fa nel modo peggiore, davanti al proprio pubblico. I Grizzlies un po' a sorpresa conquistano la finale di Western Conference. A sorpresa perché per loro è la prima volta nella storia della franchigia e il fatto di aver battuto i Thunder è un motivo di orgoglio in più. Kevin Durant è l'ombra di se stesso: benché faccia segnare in tabellino, la sua prestazione è da 5/21 dal campo, la terza peggiore di sempre nella sua carriera nei playoff. I Thunder vivono un secondo quarto da dimenticare (32-15 il parziale per i Grizzlies), poi si riprendono nel terzo (24-14 per OKC) e arrivano a -2 quando mancano i fatidici 12' finali. nonostante ciò, gli ospiti riescono a tenerli a distanza grazie soprattutto a un super Randolph (28 punti e 14 rimbalzi, 8 punti nel quarto quarto). E' finale, è storia e per OKC non resta che leccarsi le ferite con la consapevolezza che con Westbrook in campo forse sarebbe andata diversamente.

TENNIS : internazionali d'italia,il film degli ottavi...

  
OTTAVI RISULTATI FEMMINILE
 
Sharapova - Stephens 6-2, 6-1
Azarenka - Morita 6-1, 2-0 Ab.
Errani - Kirilenko 6-3, 2-0 Ab.
Williams - Cibulková 6-0, 6-1
Suárez - Domínguez 6-2, 6-3
Halep - Vinci 6-4, 6-2
Jankovic - Li 7-6, 7-5
Stosur - Kvitová 7-5, 2-6, 6-1

OTTAVI RISULTATI MASCHILE                                      

Federer - Simon 6-1, 6-2
Janowicz - Gasquet 3-6, 7-6, 6-4
Nadal - Gulbis 1-6, 7-5, 6-4
Djokovic - Dolgopolov 6-1, 6-4
Granollers - Chardy 6-4, 1-6, 7-5
Paire - Del Potro 6-4, 7-6
Ferrer - Kohlschreiber Ab.
Berdych - Anderson 7-5, 6-2

Rafael NADAL b. Ernests GULBIS 1-6, 7-5, 6-4
Ernests Gulbis è fatto così: un talento smisurato da libertino del tennis capace di battere Federer qui a Roma (7-5 al terzo nel 2010) come di perdere appena tre mesi fa nel challenger di Bergamo dal numero 133 Atp, il polacco Michal Przysiezny, annunciando il ritiro. Per mezz’ora il lettone numero 46 mondiale gioca un tennis ideale e bellissimo sublimando il Centrale del Foro Italico per un 6-1 che su terra Nadal non subiva dal 2008 e sempre a Roma da Ferrero (per la cronaca, c’è un 6-1 Del Potro, più recente ma indoor in Coppa Davis). E a inizio di secondo set il detentore degli Internazionali d’Italia dovrà perfino cancellare due palle break prima di salire 5-3 e servire per il parziale subendo il contro-break di Gulbis a segno in contropiede con un bellissimo rovescio e baciato dal nastro. Sul 5-5 il lettone cancella ancora tre set-point con due ace (saranno 15/0!) prima di arrendersi al quinto del 7-5 e la terza partita, che per Gulbis poteva essere un’esecuzione, resta invece apertissima fino al 3-2 Nadal quando il lettone va fuori giri tre volte col dritto dopo non averne mai sbagliati due consecutivi (e messi a segno almeno 20 lungolinea "alla Soderling"…) per tutto il match. Ma dicevamo che Gulbis è fatto così e come nel secondo set altro contro-break e game a zero con parziale 8/1 che dal 12/3 dei primi tre giochi sarà il suo canto del cigno… Vince Nadal 6-4 al terzo match-point dopo 2 ore e 37’ di fiamme nel Foro e i fuochi più belli tutti di Gulbis.
Roger FEDERER b. Gilles SIMON 6-1, 6-2
Numero 293 al mondo o 17, per Roger Federer, c’è poca differenza. Se il fenomeno di Basilea aveva umiliato Starace al secondo turno, analoga sorte è toccata al malcapitato Gilles Simon che, sul centrale, ha portato via gli stessi giochi (3) ed è durato esattamente due minuti in più del tennista campano. Finisce con un 6-1, 6-2 che lascia poco spazio ai commenti relativi al match, che di fatto, come potrete intuire dal punteggio, non c’è stato, ma lascia ampia possibilità di discussione sulle condizioni di Roger Federer. Lo svizzero infatti ha dimostrato una condizione che se paragonata a quella di 7 giorni fa a Madrid –quando perse malamente dal modesto Nishikori – fa quasi pensare al miracolo. Eppure Roger aveva avvisato tutti: “Non gioco mai male due tornei consecutivi”.A questo punto, con i quarti in tasca, un occhio al tabellone di un torneo che non ha mai vinto lo svizzero non può non darlo: con il buco creato da Murray e Del Potro – dove si sono infilati Paire e Granollers – pensare alla finale è qualcosa in più di lecito. Prima, però, c’è da fronteggiare il vero ostacolo sul cammino di Federer: il giustiziere dei francesi Jerzy Janowicz. (s.e.)
Jerzy JANOWICZ b. Richard GASQUET 3-6, 7-6 (2), 6-4
Il tennista polacco, infatti, dopo aver fatto fuori Tsonga, supera con una prova di carattere anche Richard Gasquet. Il 22enne di Lodz tira fuori una prova tutta orgoglio e testa e in un match assolutamente pregevole piega la resistenza di un Gasquet anche sfortunato. Il francese infatti, vinto il primo 6-3 – break decisivo arrivato su un passaggio a vuoto di Janowicz al servizio con 3 doppi falli nello stesso game – partirebbe forte anche nel secondo. Il condizionale è però d’obbligo perché il break arrivato nel terzo gioco del secondo set, è inspiegabilmente cancellato da una sciagurata discesa del giudice di sedia che “legge” il segno sbagliato e concede il punto a Janowicz. Il polacco ne approfitta, vince il game e trova il break nel gioco successivo, ma Gasquet e bravo a rientrare immediatamente in partita e portarsi fino al tie-break. Lì i 202cm di altezza di Janowicz fanno il loro dovere e chiuso il tie-break per 7 punti a 2, il gigante polacco trova l’allungo anche ad inizio del terzo: il break del primo gioco è infatti quello decisivo e dopo 2 ore e 22 Janowicz raggiunge il suo miglior risultato in un Masters 1000 dopo la finale di Bercy dello scorso anno. Ora, per lui, “la prima volta” contro Roger Federer. In bocca al lupo. (s.e.)
Novak DJOKOVIC b. Alexandr DOLGOPOLOV 6-1, 6-4
Novak Djokovic apre il Centrale del Foro Italico dopo la pioggia romana disfandosi di Alexandr Dolgopolov, ucraino classe ’88 e numero 23 Atp, ieri avanti in Walkover contro Stanislas Wawrinka costretto al forfait dopo la complicata finale di Madrid (e un controverso primo turno disputato in tre set contro l'argentino Berlocq). Oggi è l’unico ottavo di finale tra due giocatori con un giorno di riposo a Roma e per un Masters 1000 è una vera manna: niente rivincita quindi tra Wawrinka e Djokovic dopo gli spettacolari cinque set di gennaio agli Australian Open ed è un vero peccato perché la verità è che Dolgopolov non è nemmeno lontanamente all’altezza del serbo. Ucraino troppo falloso e sbrigativo nell’uscita dagli scambi prolungati con delle soluzioni talvolta spettacolari ma estemporanee e molto più spesso davvero improbabili; Djokovic invece è attento, serve una percentuale altissima di prime di servizio con l’80% dei punti sul colpo e fa perdere la misura dei colpi a Dolgopolov spazientendolo da fondo campo (saranno 26 i suoi gratuiti). Nel secondo set due splendidi attacchi in contropiede col rovescio procurano all’ucraino due break-point ma Dolgopolov non può spingersi oltre e Nole può chiudere in un’ora esatta di gioco per i quarti a fari spenti.
Tomas BERDYCH b. Kevin ANDERSON 7-5, 6-2
Il sudafricano numero 37 mondiale Kevin Anderson, recente finalista a Casablanca, conferma i suoi parziali progressi sulla superficie rossa ma non riesce a evitare una prevedibile ottava sconfitta (su otto scontri diretti) contro il numero 6 del tabellone Tomas Bedych che apre la Supertennis Arena vincendo 7-5, 6-2 in 1:23. Anderson inizia col break e tre palle del possibile 5-2 prima di arrendersi a Berdych in un match ancora sostanzialmente equilibrato nelle statistiche e con basse percentuali di servizio per entrambi. L’esito è lo stesso della scorsa settimana a Madrid quando Berdych s’impose 7-6, 7-5 e sulla strada del ceco ai quarti c’è Djokovic.
Benoit PAIRE b. Juan Martin DEL POTRO 6-4, 7-6 (3)
Il francese numero 36 Atp Benoit Paire elimina a sorpresa il numero 7 mondiale Juan Martin Del Potro nel loro primo scontro diretto: Delpo lento e poco ispirato sul campo della Supertennis Arena contro un francese che in meno di un’ora e mezza centra i quarti di finale per la prima volta in un Masters 1000. Niente derby transalpino ai quarti perché Jeremy Chardy dilapida un break di vantaggio nel terzo set contro Marcel GRANOLLERS perdendo 6-4, 1-6, 7-5 con doppio fallo sul match-point. Semifinalista dell’ultima edizione, quest’anno Del Potro abbandona Roma con qualche giorno di anticipo ma con la gioia sommessa dell’incontro di ieri con Papa Francesco.

giovedì 16 maggio 2013

Calcio, Beckham annuncia il ritiro

Un 'baby' Beckham in Nazionale: era il 1996David Beckham appende le scarpette al chiodo. L'annuncio - riporta l'emittente inglese Sky Sports News - arriva dallo stesso giocatore. L'ex capitano della nazionale inglese, 115 presenze, lascia quindi a 38 anni e due settimane.
DA FERGUSON AL LORIENT - Dopo una carriera passata tra Manchester United (lo lanciò Sir Alex Ferguson, a partire dal debutto, nel 1992, in Coppa di Lega) e Real Madrid, l'esperienza americana ai Los angeles Galaxy e i ritorni «invernali» al Milan prima e al Paris Saint Germain quest'anno, il marito dell'ex Spice Girl Victoria Adams appende dunque le scarpette al chiodo. Le sue ultime passerelle saranno contro il Brest sabato e il Lorient il 26 maggio.
Un 'baby' Beckham in Nazionale: era il 1996
MOMENTO GIUSTO - «Ringrazio il Real Madrid per avermi offerto la possibilità di continuare la carrierra, ma penso che ora sia il momento giusto per smettere, ancora ad alto livello», ha annunciato l'ex calciatore. Beckham ha saputo vincere il campionato in quattro su cinque paesi in cui ha giocato (in Premier League, nella Liga, nella Mls e quest'anno in Ligue 1): «Se mi avessero detto quanto ero ragazzino che avrei giocato e vinto con il mio United, che avrei giocato per la mia Nazionale e ne sarei stato capitano, che avrei giocato contro le squadre più forti del mondo, avrei risposto che erano solo fantasie. Sono stato fortunato ad avere realizzato quei sogni». IL PALMARÈS - Beckham in carriera ha vinto 10 titoli nazionali (6 con il Manchester United, 2 con i Los Angeles Galaxy, 1 con il Real Madrid e uno con il Paris Saint Germain), 2 coppe d'Inghilterra, 2 Charity Shield, 1 Supercoppa di Spagna, 1 Champions League e 1 Coppa Intercontinentale (nel '99 con lo United, anno in cui si è classificato secondo per il Pallone d'Oro alle spalle di Rivaldo).

Giro, Cavendish vince in volata. Wiggins perde altri tre minuti

Mark Cavendish (Ap)Mark Cavendish vince la dodicesima tappa del Giro d'Italia 2013, 134 chilometri da Longarone a Treviso. Il britannico della Omega Pharma-Quick Step fa tris in questo Giro confermandosi re degli sprinter e centra la 100esima vittoria della carriera. Perfetto il treno composto dai compagni Trentin e Steegmans, che permettono al britannico di imporsi sul campione di Francia Nacer Bouhanni (FDJ) e sullo sloveno Luka Mezec (Argos Shimano); resta giù dal podio, quarto, Giacomo Nizzolo del Team RadioShack.
La frazione, caratterizzata da freddo e pioggia, è stata movimentata da una fuga di cinque uomini con all'interno gli italiani Marco Marcato (Vacansoleil) e Fabio Felline (Androni). L'azione in avanscoperta è durata fino alle ultime centinaia di metri quando il gruppo è rientrato e ha lanciato la volata. Tappa ancora una volta nera per Bradley Wiggins: il britannico del Team Sky, con problemi respiratori e di sinusite, ha sofferto nella discesa del Montello e insieme alla squadra, Uran a parte, è arrivato al traguardo con oltre tre minuti. Wiggins esce così di scena dalla classifica generale che vede ancora Vincenzo Nibali davanti in maglia rosa con Cadel Evans a 41" e Rigoberto Uran a 2'04". Domani, venerdì, 13esima tappa: 254 chilometri da Busseto a Cherasco.

mercoledì 15 maggio 2013

Benfica sfortunato...Ivanovic gol al 93' regala l'europa league al chelsea...


Mucchio Blues: è festa grande ad Amsterdam. Reuters

Ancora il Chelsea che vince una coppa, dopo la Champions dell'anno scorso. Ancora il Benfica che perde un trofeo nei minuti di recupero del match decisivo. Ad Amsterdam, Ivanovic segna il gol del 2-1 al 93' e regala la prima Europa League ai Blues. E' la maledizione di Bela Guttman. Il tecnico ungherese che portò il Benfica in cima all'Europa nel '62, andandosene dal club, si fece uscire di bocca un tremendo anatema: "non vincerete più una finale per i prossimi 100 anni". Siamo arrivati a 51. E le altre 7 possibilità per rompere il sortilegio internazionale, prima di stasera, erano andate tutte male (2 finali perse col Milan, 1 con Inter, Manchester Utd e Psv Eindhoven in Coppa dei Campioni, 1 con l'Anderlecht in Coppa Uefa, 1 col Santos nell'Intercontinentale).

avvio portoghese — Nel primo tempo, il Chelsea fa del suo meglio per aiutare il Benfica a scacciare i brutti ricordi di Oporto, dove sabato scorso, al 91', la squadra di Jorge Jesus s'è vista sorpassare in vetta alla classifica, dopo un campionato condotto in testa dalla prima alla penultima giornata. L'undici scelto da Benitez, con Azpilicueta titolare e Ivanovic spostato al centro della difesa per consentire a David Luiz di alzarsi in mediana, ha una vistosa falla a destra, dove il basco è puntualmente saltato da Gaitan e dalle sovrapposizioni dell'intraprendente terzino Melgarejo.

assenze tra i blues — I Blues sembrano gli stessi di Monaco, nella finale di Champions di un anno fa: dormicchiano, si vedono graziare da Cardozo, Rodrigo e Gaitan in almeno tre occasioni e restano in piedi, cercando di trovare l'equilibrio in corso d'opera, perché il piano iniziale non è granché. Senza gli infortunati Terry (seconda finale consecutiva saltata per il capitano) e Hazard, la difesa traballa a ogni cross e il trio di mezzepunte è meno talentuoso del solito: Ramires (ex della gara come David Luiz e Matic) è un mediano di cui t'innamori, ma da esterno destro del 4-2-3-1 perde metà della sua utilità. All'intervallo, lo 0-0 è un saldo positivo per il Chelsea, anche se Oscar e soprattutto Lampard scaldano le mani ad Artur con tiri da fuori area: il Benfica non passa e fa del suo meglio per confermare ciò che si dice da sempre dei portoghesi, più bravi nel palleggio che nella finalizzazione.

 botta e risposta — Gli errori sotto porta si pagano sempre caro, dunque non stupisce che a passare in vantaggio sia il Chelsea: al quarto d'ora della ripresa, Luisao e Garay vanno in catalessi su un rinvio con le mani di Cech, il pallone scorre fino a Torres che si presenta davanti ad Artur, dribbla e mette dentro. L'incubo sembra materializzarsi per il Benfica, che però riceve una mano, in tutti i sensi, dal disastroso Azpilicueta: sono passati appena 8 minuti dall'1-0 quando Cardozo infila il penalty dell'1-1, causato dal braccio alzato del terzino basco in area.

traversa di lampard — I Blues non ci stanno e Torres sale di colpi: dopo tante giornate sottotono, regala qualche sprazzo dell'attaccante che era fino a qualche tempo fa, ma l'arbitro non gli concede un rigore per una trattenuta (non eccessiva, a una prima occhiata) di un Luisao ancora frastornato. Il difensore brasiliano, poco dopo, fa molto meglio in tackle su Ramires, ma l'ultima emozione dei tempi regolamentari sembra regalarla Lampard, con un missile che centra la traversa.

la rivincita di rafa — Sembra. Perché c'è un corner al 93'. C'è Ivanovic che salta, incorna e scavalca Artur. C'è il pallone che va dentro. E c'è l'urlo degli inglesi, mentre i tifosi venuti da Lisbona bagnano di lacrime le maglie rosse. Ride Benitez, ancora vincente in Europa, dopo aver condotto i Blues alla qualificazione alla prossima Champions: mica male, per uno detestato fin dal primo giorno e destinato ad andarsene tra qualche giorno.