Ancora il Chelsea che vince una coppa, dopo la Champions dell'anno scorso. Ancora il Benfica che perde un trofeo nei minuti di recupero del match decisivo. Ad Amsterdam, Ivanovic segna il gol del 2-1 al 93' e regala la prima Europa League ai Blues. E' la maledizione di Bela Guttman. Il tecnico ungherese che portò il Benfica in cima all'Europa nel '62, andandosene dal club, si fece uscire di bocca un tremendo anatema: "non vincerete più una finale per i prossimi 100 anni". Siamo arrivati a 51. E le altre 7 possibilità per rompere il sortilegio internazionale, prima di stasera, erano andate tutte male (2 finali perse col Milan, 1 con Inter, Manchester Utd e Psv Eindhoven in Coppa dei Campioni, 1 con l'Anderlecht in Coppa Uefa, 1 col Santos nell'Intercontinentale).
avvio portoghese —
Nel primo tempo, il Chelsea fa del suo meglio per aiutare il Benfica a
scacciare i brutti ricordi di Oporto, dove sabato scorso, al 91', la
squadra di Jorge Jesus s'è vista sorpassare in vetta alla classifica,
dopo un campionato condotto in testa dalla prima alla penultima
giornata. L'undici scelto da Benitez, con Azpilicueta titolare e
Ivanovic spostato al centro della difesa per consentire a David Luiz di
alzarsi in mediana, ha una vistosa falla a destra, dove il basco è
puntualmente saltato da Gaitan e dalle sovrapposizioni
dell'intraprendente terzino Melgarejo.
assenze tra i blues —
I Blues sembrano gli stessi di Monaco, nella finale di Champions di un
anno fa: dormicchiano, si vedono graziare da Cardozo, Rodrigo e Gaitan
in almeno tre occasioni e restano in piedi, cercando di trovare
l'equilibrio in corso d'opera, perché il piano iniziale non è granché.
Senza gli infortunati Terry (seconda finale consecutiva saltata per il
capitano) e Hazard, la difesa traballa a ogni cross e il trio di
mezzepunte è meno talentuoso del solito: Ramires (ex della gara come
David Luiz e Matic) è un mediano di cui t'innamori, ma da esterno destro
del 4-2-3-1 perde metà della sua utilità. All'intervallo, lo 0-0 è un
saldo positivo per il Chelsea, anche se Oscar e soprattutto Lampard
scaldano le mani ad Artur con tiri da fuori area: il Benfica non passa e
fa del suo meglio per confermare ciò che si dice da sempre dei
portoghesi, più bravi nel palleggio che nella finalizzazione.
botta e risposta —
Gli errori sotto porta si pagano sempre caro, dunque non stupisce che a
passare in vantaggio sia il Chelsea: al quarto d'ora della ripresa,
Luisao e Garay vanno in catalessi su un rinvio con le mani di Cech, il
pallone scorre fino a Torres che si presenta davanti ad Artur, dribbla e
mette dentro. L'incubo sembra materializzarsi per il Benfica, che però
riceve una mano, in tutti i sensi, dal disastroso Azpilicueta: sono
passati appena 8 minuti dall'1-0 quando Cardozo infila il penalty
dell'1-1, causato dal braccio alzato del terzino basco in area.
traversa di lampard —
I Blues non ci stanno e Torres sale di colpi: dopo tante giornate
sottotono, regala qualche sprazzo dell'attaccante che era fino a qualche
tempo fa, ma l'arbitro non gli concede un rigore per una trattenuta
(non eccessiva, a una prima occhiata) di un Luisao ancora frastornato.
Il difensore brasiliano, poco dopo, fa molto meglio in tackle su
Ramires, ma l'ultima emozione dei tempi regolamentari sembra regalarla
Lampard, con un missile che centra la traversa.
la rivincita di rafa —
Sembra. Perché c'è un corner al 93'. C'è Ivanovic che salta, incorna e
scavalca Artur. C'è il pallone che va dentro. E c'è l'urlo degli
inglesi, mentre i tifosi venuti da Lisbona bagnano di lacrime le maglie
rosse. Ride Benitez, ancora vincente in Europa, dopo aver condotto i
Blues alla qualificazione alla prossima Champions: mica male, per uno
detestato fin dal primo giorno e destinato ad andarsene tra qualche
giorno.
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